La Cattedrale Santa Maria dell’Episcopio vanta di origine antiche, e subì nel tempo numerose trasformazioni. Venne consacrata il 23 giugno 1534, come si evince dall’iscrizione latina incisa su pietra.
La Chiesa presenta tre porte, quella principale in via Alighieri, o Porta San Maurizio, una porticella in via Arnaldo da Brescia e una porta murata che affaccia su piazza Savonarola, ornata di bassorilievi a motivi floreali e antropomorfi e con un accenno di timpano con iscrizione che indica la data del restauro, AD 1744. Originariamente essa era la porta principale della Cattedrale, ma venne murata nel 1743 per via della credenza secondo cui l’ingresso della Chiesa dovesse aprirsi nel punto in cui l’abitato era cresciuto. Così l’assetto della Chiesa fu capovolto: si pose l’entrata principale in via Alighieri e si eresse un altare e un coro nella parte dove inizialmente vi era la porta di piazza Savonarola. Nel 1791 la Chiesa venne dotata di campanile e sacrestia.
Nella facciata principale che dà in via Alighieri si notano due lesene laterali con capitelli ornati da un festone. Al centro il portale con cornice in muratura e la porta in legno massiccio a riquadri delimitati lateralmente da due lesene. Sull’architrave corre un fregio con tre glifi e motivi floreali sormontato da un cornicione molto elaborato e più in alto, da un rosone quadrilobo. Un lineare cornicione completa la facciata. Il campanile della fine del 700, a cui si accedeva attraverso una gradinata situata difronte la sacrestia, è stato abbattuto nel 1964, come l’altare maggiore e quello laterale.
La cupola della Cattedrale, invece, risale al 1400.
Le tre navate sono a volta a fabbrica e nella navata centrale si trova un sacro fonte lapideo con sculture di tartaruga all’interno, una fonte battesimale risalente al 1560 e un pulpito di legno decorato con moderni fregi. Nel 1909 difronte l’altare venne posto un maestoso organo dorato e dietro l’altare maggiore vi è il coro del 1699 con una iscrizione in legno.
Gli altari nella navata di destra sono l’altare con statua pietosa dell’Addolorata e l’altare di Santa Maria del patrocinio con dipinto a olio, eretto da fra Giovanni Domenico Mansi dell’ordine di Malta e da Antonio Mansi vescovo di Nicotera nel principio del XVIII secolo. L’altare è ornato infatti dallo stemma dell’ordine maltese e ai lati quello della famiglia Mansi.
Proseguendo, si ha il cappellone del patrono San Maurizio, ornato di architettura e stucchi del 1630, decorato di Angeli nell’alto e di due grandi statue di santi pontefici in terra cotta. Sopra l’altare e nella volta vi sono il grande quadro della Vergine e l’affresco di SS. Trinità del 1891 del pittore Cosimo Sampietro. In una nicchia al centro dell’altare vi è il busto del patrono S. Maurizio, scultura in legno concavo del 1630 che contiene, chiuso nel petto, il cranio osseo del santo. Altre opere degne di nota sono: l’altare di S. Lucia, l’altare di S. Antonio e la statua della Vergine del Rosario ritenuta protettrice di Montalbano Jonico.
Nella navata a sinistra si ha invece un altare la secolare statua di S. Maria dell’Episcopio in legno. Superata la porticella dell’entrata di via Arnaldo da Brescia, si ha il cappellone di S. Gaetano o del Crocifisso, eretto dalla famiglia Quinto dove furono seppelliti tre vescovi tricaricensi. In questo cappellone sono presenti anche tre altari con un grande Crocifisso scolpito in legno, una piccola statua di S. Michele Arcangelo e una statua in legno dell’Immacolata, (messa lì con il vano scopo di paralizzare il culto sel simulacro della Concezione esistente nella chiesetta del Purgatorio), e le statue di cartapesta dei santi Cosimo e Damiano del 1893 che ricordano una lotta meschina fra il clero e la confraternita del Purgatorio. Nella stessa navata vi sono: l’altare di Santa Maria di Costantinopoli e il cappellone decorato del SS. Sacramento con altare marmoreo e un grande dipinto a olio rappresentante la sacra cena, con una corona lignea sovrastante e una bella statua del Cuore di Gesù del 1811.
La Chiesa è dotata di fosse sotterranee per il seppellimento dei cadaveri che prima della costruzione del cimitero, venivano qui sepolti.
Bibliografia
“Montalbano e i suoi dintorni” di P. Rondinelli